Un lungo percorso ad anello sulle montagne di Scanno

Al limite del parco, montagne poco frequentate, grandi orizzonti.
Un lungo percorso intorno al pianoro di Camporotondo, la salita per il vallone di Capra Morta, la serra omonima e poi la sua vetta, la serra del Campitello e il monte omonimo, si torna indietro, su e giù per altre vette secondarie, grandi panorami, boschi secolari e faggi monumentali. Un angolo del parco davvero poco frequentato.


Una proposta per effettuare un’escursione molto remunerativa nel PNALM lungo le dorsali e sulle cime che circondano il pianoro di Camporotondo, tra vasti panorami e qualche “1900” da mettere nel cassetto. Punto di partenza è la località Le Prata di S. Liborio, poco oltre l’abitato di Scanno, dove si lascia la strada regionale in corrispondenza di un ponte e ci si immette sulla parallela brecciata fino a raggiungere l’inizio del sentiero Y8 (ampio spazio di sosta accanto la capannina informativa del parco). Dopo un primo breve tratto tra alcune masserie inizia il sentiero vero e proprio che si immette nella fitta faggeta alla cui piacevole ombra si copre buona parte della salita che con diverse svolte e pendenza costante conduce alla testata del vallone di Capra Morta da cui a seguire ci si immette nei vasti prati del pianoro del Campo con al centro l’omonimo stazzo ed una piccola e ben tenuta area picnic attrezzata con due tavoli, panche ed anche un paio di giovani alberelli. La prima meta dell’escursione è la Serra Capra Morta che si eleva alla nostra sinistra con forme tondeggianti: la via verso la cima non è obbligata anche se il percorso più comodo consiste nell’aggiramento parziale della montagna lungo il sentiero che sale al Valico del Campitello per poi affrontare la salita da sud-est dove la dorsale risulta meno ripida. Una volta guadagnata la cima si ha un notevole panorama in ogni direzione ed anche una visione complessiva del percorso che andremo ad effettuare tutto attorno a Camporotondo. Ridiscesi a valle sul sentiero si può valutare la salita alla cresta che abbiamo di fronte per andare a toccarne il roccioso impianto sommitale, oppure in alternativa la si può aggirare per portarsi alle falde della ripida dorsale che sale alla Cima dei Codacchi che si raggiunge con una breve ma intensa salita. Dalla questa cima verso sud-est si snoda la dorsale della Serra e poi del Monte del Campitello che percorreremo con qualche salita e discesa ma sempre rimanendo in quota e godendo di ampissimi panorami in ogni direzione; percorrere per intero questo lungo tratto in cresta consentirà inoltre di avere un quadro d’insieme della complessa orografia che caratterizza questa porzione del parco. Raggiunto il Monte del Campitello, dopo una meritata pausa contemplativa verso il bel tratto di dorsale appena percorso da un lato e dall’altro il caratteristico pianoro del Ferroio di Scanno, si abbandona la cresta per scendere molto ripidamente alla sella che separa dal tondeggiante Colle di Camporotondo, ultima cima di rilievo della nostra escursione. Raggiunto il grosso ometto di pietre che segna la cima del colle non rimane che individuare la via più comoda per discendere ai pratoni di Camporotondo, puntando nella direzione dello stazzo omonimo. Una volta raggiunto il vasto pianoro, per il rientro si deve puntare alla traccia evidente che in lieve salita traversa alla base il versante sud della Serra Capra Morta (alcune paline visibili già a distanza) per raggiungere un punto con visuale aperta verso il comprensorio del Monte Godi e di lì svoltare in direzione nord entrando in un lussureggiante bosco di altissimi faggi - se non secolari quanto meno di ragguardevoli dimensioni - dal quale si esce allo scoperto ormai nei pressi della sterrata percorsa all’andata tra le masserie. Si completa così un grande giro in un’area non molto frequentata, alternando ai sentieri ben segnalati che collegano gli stazzi del posto a lunghi tratti da percorrere a vista per creste panoramiche.